Essere gentili al lavoro

Oltre ogni decalogo di self branding resta il miglior modo per farsi ricordare.

Giornata mondiale della Gentilezza, che banalità. Siamo in un mondo così poco educato che c’è bisogno di celebrare la gentilezza per ricordarsene. Giacché ovunque imperano la sfrontatezza, la prepotenza, l’acidità.

La gentilezza non è mai troppa, dura a lungo e ci permette sempre di tornare indietro, cosa che al lavoro è molto utile.

Essa si basa su una forma mentis ben precisa, che mette sé stessi al centro in maniera strategica.

Per chi sorride davanti alla parola “Self Branding”, che come tante altre, rinomina concetti antichi e fa marketing del buon senso. Serve far notare quanto bene ed a lungo ci si ricordi delle persone “particolarmente gentili”.

Chi vuole essere sempre ben ricordato al lavoro meglio investa sul proprio modo di fare, che, anche se ragionato o forzato, meglio sia gentile che caustico.

E quindi?

Intanto il saluto, il saluto iniziale ma non il saluto ribadito.

Cosa significa?

Se parto io con la conversazione saluto sempre se posso, e do l’impressione di gentilezza. Ma se ricevo una comunicazione in cui in maniera diretta io non vengo salutato, e magari mi si fa una domanda al volo, se rispondo iniziando con un saluto sto comunicando all’altro sgarbo, come lo rimproverassi.

Esempio.

GENTILE Ciao come stai? /Ciao Mario! bene grazie!
SCORTESE CHE CORREGGE Come stai? /ciao Mario, sto bene!

Nel secondo esempio il ciao non si sposa con la domanda diretta che implica confidenza, ma suona come un rimprovero e risulta quindi meno gentile.

Sorriso diretto. Un sorriso e uno sguardo diretto all’interlocutore sono piccolissime cose con un potere enorme. Esercitiamolo!

Complimenti. Facile criticare ma anche facile complimentarsi. Essere complimentosi non è un difetto, e chi ci critica perché facciamo troppi complimenti ci invidia.
Perciò esageriamo pure nei complimenti, che siano veri ma numerosi (la regola è una critica per 3 complimenti)

Ringraziamenti. Si ringrazia prima per l’attenzione, si ringrazia dopo per il tempo, si ringrazia ancora più tardi per il ricordo di noi. E se si sono dimenticati? Ci ricorderanno per i nostri numerosi ringraziamenti.

Tonalità e volume. Le persone gentili hanno toni bassi. Se si vuole sembrare gentili alzando la voce purtroppo non funziona.

Inclinazione del corpo. Le persone gentili sono un po’ affacciate verso l’altro, verso il basso, aperte le braccia quasi ad abbracciare. Inclinano la testa e fanno movimenti calmi.

La pazienza è gentile. Chi è paziente non sempre lo fa perché lo sente, a volte possiamo attendere solo perché abbiamo l’intelligenza di capire che la pazienza è un atto di gentilezza e rispetto per il prossimo.

Certamente se al lavoro porteremo avanti piccoli, pochi ma costanti atteggiamenti gentili, non potremo che essere ricordati a lungo e con affetto.

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